Iniezioni intravitreali
Farmaci che sono formulati per essere iniettati all’interno della cavità vitreale
Da molti anni oramai esistono farmaci che sono formulati per essere iniettati all’interno della cavità vitreale, ovvero praticamente a diretto contatto con la retina. Le quantità di farmaco sono ovviamente minime, e gli aghi utilizzati sono sottilissimi e praticamente indolori. Attraverso questa via di somministrazione vengono iniettate molte sostanze attive sulla retina, sia anti infiammatori che anti-proliferativi.
Approfondimenti
I farmaci che di solito si usano per trattare la degenerazione maculare senile essudativa sono i cosiddetti “anti-VEGF”, che agiscono inibendo una sostanza centrale del processo patologico, il “VEGF” appunto, principale responsabile della formazione e della crescita dei neovasi patologici.
Tali farmaci sono molto efficaci, e in alcune forme di maculopatia, quale per esempio la maculopatia miopica, consentono di bloccare definitivamente il processo patologico mediante una o due somministrazioni, ma nella maculopatia senile la loro efficacia non è tale da condurre alla guarigione, e consentono solo di “tamponare” la malattia, con risultati variabili sulla funzione visiva, e le iniezioni devono essere ripetute con una cadenza variabile da soggetto a soggetto, ma spesso continuate per molti anni o anche per sempre. Vi sono al momento tre farmaci “anti-VEGF” disponibili, ma la ricerca clinica consentirà presto di aggiungere altre e più efficaci molecole a nostra disposizione.
Anche gli steroidi (cortisone) possono essere iniettati all’interno del vitreo, e hanno una elevata efficacia in caso di edema maculare secondario a diabete, a trombosi venosa o fatti infiammatori (come per esempio l’edema che segua alle volta all’intervento di estrazione di cataratta).
Principali farmaci iniettabili
RANIBIZUMAB (Lucentis)
È indicato per il trattamento della neovascolarizzazione coroideale di qualsiasi origine (senile, miopica o altro), edema maculare diabetico o da trombosi venosa. Viene somministrato mediante iniezione (0,5 mg) nell’occhio affetto. Il trattamento, generalmente, è di un’iniezione al mese fino a ottenere la migliore acuità visiva e/o l’assenza di attività della patologia, ma gli intervalli di monitoraggio e di trattamento sono decisi dal medico e sono basati sull’attività della patologia.
AFLIBERCEPT (Eylea)
Ha le stesse indicazioni del ranibizumab, da cui differisce per una diversa efficacia in alcuni tipi di maculopatia, e sostanzialmente anche la stessa modalità di somministrazione.
BEVACIZUMAB (Avastin)
È indicato per il trattamento della degenerazione maculare senile. Il Bevacizumab è stato originariamente disegnato e sviluppato per il trattamento del carcinoma del colon e del retto metastatico per una somministrazione di 5mg/Kg per via endovenosa con frequenza bisettimanale per un numero di infusioni variabile in base alla risposta clinica. In ambito oftalmologico viene utilizzato per via intravitreale a dosaggi molto inferiori (1.0, 1.25, 1.5, 2.0 o 2.5 mg) a seconda dei diversi studi riportati in letteratura. Tali quantità sono somministrate a cadenza mensile e con regimi di somministrazione variabili: una o tre una o tre iniezioni iniziali e successive re-iniezioni sulla base di criteri anatomici e funzionali di persistenza o recidiva della lesione neovascolare.
DEXAMETAZIONE A LENTO RIASCIO (Ozurdex)
È un cortisonico indicato per l’edema maculare di qualsiasi origine e per altre forme infiammatorie. Possiede una potente efficacia nei casi selezionati e ha la particolarità di richiedere somministrazioni più distanziate rispetto ai farmaci.
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